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( 23 - 27 Marzo 2011)
Un Avvenimento insolito di significativa Bellezza Sapienziale
Mercoledì, 23 Marzo:	Atto iniziale
Domenica, 27 Marzo:  	Atto conclusivo
			 Alla trepidazione iniziale per la novità dell'Evento, è subentrata presto una pienezza di pace 
e di vera soddisfazione: Madre Natalina ha coinvolto tutti, creando intorno ai suoi resti mortali un clima 
impensato e bello, insieme a un desiderio grande di vedere, di osservare e di comprendere meglio, nel suo 
significato più vero, il contenuto dell'affermazione: "Beati i morti che muoiono nel Signore".
Alla trepidazione iniziale per la novità dell'Evento, è subentrata presto una pienezza di pace 
e di vera soddisfazione: Madre Natalina ha coinvolto tutti, creando intorno ai suoi resti mortali un clima 
impensato e bello, insieme a un desiderio grande di vedere, di osservare e di comprendere meglio, nel suo 
significato più vero, il contenuto dell'affermazione: "Beati i morti che muoiono nel Signore".
Un primo momento di intensa commozione è stato quando, rimossa la Lapide sepolcrale e abbattuto il muro di 
separazione, abbiamo potuto vedere l'intera Bara, ancora discretamente conservata.
 Quando poi, alla presenza di persone esperte e competenti, si è dato inizio all'Atto di Ricognizione Canonica 
 con l'apertura della Bara, e sono finalmente apparse, dopo 66 anni dalla sepoltura, le spoglie mortali della Serva di Dio, 
 immediatamente si 
è creato un attimo di intenso e, oserei dire, di sovrumano silenzio, come di ammirazione contemplativa, 
per captare la verità che stava davanti a noi. Erano quelli i resti ben  composti, sebbene deteriorati e polverosi, 
della nostra Fondatrice, di una piccola donna che ha fatto di tutta la sua vita una ricerca instancabile di Dio, 
 della sua Volontà per risponderGli con lo stesso "Sì" di Maria,  
e del Suo Amore per tradurlo in un dono di servizio, semplice e gioioso, all'Istituto e ai fratelli, fino alla morte.  
Sulla sua visibile consumazione e distruzione fisica, solamente la luce della Fede nella novità del Vangelo, 
allorché Gesù proclama: "Chi vive e crede in Me non morirà in eterno" (Gv 11,26), 
poteva ora restituircela intatta e bella nella memoria. Una memoria che abbiamo vissuto ancora più 
intensamente, quasi come un memoriale, la Domenica successiva, quando si è concluso l'atto di Ricognizione 
con la solenne Concelebrazione Eucaristica, presieduta dal nostro Arcivescovo: Padre Enrico Masseroni, con il 
Cerimoniere Don Stefano Bedello e con i due concelebranti: Mons. Giuseppino Ferrarotti, Notaio Attuario del Processo, 
e il Francescano Padre Nicola Macole, esperto collaboratore nel lavoro di Ricognizione con Padre Paolo Lombardo 
e il Postulatore Paolo Vilotta.  Come ci sembrava cara, commovente e anche bella quella nuova Bara,
della sua Volontà per risponderGli con lo stesso "Sì" di Maria,  
e del Suo Amore per tradurlo in un dono di servizio, semplice e gioioso, all'Istituto e ai fratelli, fino alla morte.  
Sulla sua visibile consumazione e distruzione fisica, solamente la luce della Fede nella novità del Vangelo, 
allorché Gesù proclama: "Chi vive e crede in Me non morirà in eterno" (Gv 11,26), 
poteva ora restituircela intatta e bella nella memoria. Una memoria che abbiamo vissuto ancora più 
intensamente, quasi come un memoriale, la Domenica successiva, quando si è concluso l'atto di Ricognizione 
con la solenne Concelebrazione Eucaristica, presieduta dal nostro Arcivescovo: Padre Enrico Masseroni, con il 
Cerimoniere Don Stefano Bedello e con i due concelebranti: Mons. Giuseppino Ferrarotti, Notaio Attuario del Processo, 
e il Francescano Padre Nicola Macole, esperto collaboratore nel lavoro di Ricognizione con Padre Paolo Lombardo 
e il Postulatore Paolo Vilotta.  Come ci sembrava cara, commovente e anche bella quella nuova Bara, 
 lineare e semplice, posta proprio lì, aperta, ai piedi dell'Altare sul quale, durante la Celebrazione, Madre Natalina si 
rendeva misticamente presente nel Corpo Eucaristico di Cristo, Che pian piano l'aveva assimilata a Sé in ogni comunione,
 donandole una dimensione propriamente Cristica. E' questa una delle più grandi e sublimi meraviglie della Fede cristiana,
 che avvolge il Mistero di  Cristo e della sua Chiesa, rendendo vive e attuali sempre le sublimi  Parole: "
 Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue ha la vita eterna" (Gv 6,54). La nuova Bara conteneva 
 invece i suoi Resti mortali, logori ma sacri, riposti a loro volta  in  un'apposita urna di vetro, dopo un'accurata ripulitura e 
 uno specifico trattamento per la conservazione di ogni più piccola parte.
lineare e semplice, posta proprio lì, aperta, ai piedi dell'Altare sul quale, durante la Celebrazione, Madre Natalina si 
rendeva misticamente presente nel Corpo Eucaristico di Cristo, Che pian piano l'aveva assimilata a Sé in ogni comunione,
 donandole una dimensione propriamente Cristica. E' questa una delle più grandi e sublimi meraviglie della Fede cristiana,
 che avvolge il Mistero di  Cristo e della sua Chiesa, rendendo vive e attuali sempre le sublimi  Parole: "
 Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue ha la vita eterna" (Gv 6,54). La nuova Bara conteneva 
 invece i suoi Resti mortali, logori ma sacri, riposti a loro volta  in  un'apposita urna di vetro, dopo un'accurata ripulitura e 
 uno specifico trattamento per la conservazione di ogni più piccola parte.
Così, davanti a un Altare con ai piedi una Bara e sotto lo sguardo vigile  della Vergine Lauretana, si poteva,  in qualche modo, 
osservare e intuire un poco il significato del "Già e non ancora" del Regno del Signore: il "già"
 appariva più evidente nella Celebrazione del Mistero Eucaristico, anticipo del Banchetto del Cielo,  il "non ancora"
 si coglieva invece nella presenza stessa della Bara, segno di una morte redenta e salvata dalla gloriosa Vittoria del 
 Signore Gesù nel suo Mistero Pasquale. Come appariva luminosa la Chiesa di Cristo, durante quella celebrazione!  I
 n una simile occasione, alquanto insolita, si irradiava dalla sua Liturgia, tanta luce di Verità 
 e di Bellezza Sapienziale su tutta la numerosa assemblea attenta e commossa.  Un raggio particolare di questa 
 evangelica Sapienza ci è venuto proprio dall'Omelia del nostro Arcivescovo, Padre Enrico, che sempre sollecita a 
 qualcosa di più alto e più grande. Questa volta ha illuminato la vetta della Santità, indicata da Lui 
 nell'Amore che Dio riversa nei nostri cuori, perché diventi a sua volta il nostro modo di amare gli altri: è stato questo 
 l'affare più importante per Madre Natalina, la sua prima preoccupazione. Forse le sue ossa avranno sussultato di gioia al 
 richiamo di quello che è stato sempre il suo forte ideale e, tra lei e Gesù, sarà intercorso, 
 in quegli istanti, un furbetto sorriso di compiacente assenso. La celebrazione quindi è  stata molto significativa,
 
appariva più evidente nella Celebrazione del Mistero Eucaristico, anticipo del Banchetto del Cielo,  il "non ancora"
 si coglieva invece nella presenza stessa della Bara, segno di una morte redenta e salvata dalla gloriosa Vittoria del 
 Signore Gesù nel suo Mistero Pasquale. Come appariva luminosa la Chiesa di Cristo, durante quella celebrazione!  I
 n una simile occasione, alquanto insolita, si irradiava dalla sua Liturgia, tanta luce di Verità 
 e di Bellezza Sapienziale su tutta la numerosa assemblea attenta e commossa.  Un raggio particolare di questa 
 evangelica Sapienza ci è venuto proprio dall'Omelia del nostro Arcivescovo, Padre Enrico, che sempre sollecita a 
 qualcosa di più alto e più grande. Questa volta ha illuminato la vetta della Santità, indicata da Lui 
 nell'Amore che Dio riversa nei nostri cuori, perché diventi a sua volta il nostro modo di amare gli altri: è stato questo 
 l'affare più importante per Madre Natalina, la sua prima preoccupazione. Forse le sue ossa avranno sussultato di gioia al 
 richiamo di quello che è stato sempre il suo forte ideale e, tra lei e Gesù, sarà intercorso, 
 in quegli istanti, un furbetto sorriso di compiacente assenso. La celebrazione quindi è  stata molto significativa, 
   sotto ogni aspetto, in un clima di quiete insolita quasi di Cielo,  che avvolgeva tutti, recando in dono un dolce respiro di pace. 
 A rallegrare ancora meglio gli spiriti, già abbastanza coinvolti, attenti ed entusiasti, ha contribuito molto il Coro "S.Agostino"di 
 Livorno Ferraris, con la bellezza e la proprietà dei canti, l'armonia dei gesti, la passione e la precisione con cui venivano eseguite 
 le indicazioni del Maestro Gianni e le note dell'Organista Elisabetta, esprimendo così  una festosa e consapevole partecipazione 
 all'Evento che si celebrava.  Una così splendida Liturgia, con i suoi messaggi forti di santità, di fede e di amore, accolti 
 e letti da noi come altrettanti inviti a un  più consapevole e generoso abbraccio di tutto il Progetto del Nostro Dio e Padre, 
 per una vita di santità e di giustizia,  ha donato  molta luce alla verità dell'espressione: "Beati i morti che muoiono nel Signore".  
Al momento opportuno, quando ormai l'Eucaristia stava per concludersi, è intervenuta la Superiora Generale, Madre Giovanna,
 per esprimere la pienezza dei suoi sentimenti nei quali si  rispecchiavano, seppure con intensità diverse, quelli di tutti i presenti.
 sotto ogni aspetto, in un clima di quiete insolita quasi di Cielo,  che avvolgeva tutti, recando in dono un dolce respiro di pace. 
 A rallegrare ancora meglio gli spiriti, già abbastanza coinvolti, attenti ed entusiasti, ha contribuito molto il Coro "S.Agostino"di 
 Livorno Ferraris, con la bellezza e la proprietà dei canti, l'armonia dei gesti, la passione e la precisione con cui venivano eseguite 
 le indicazioni del Maestro Gianni e le note dell'Organista Elisabetta, esprimendo così  una festosa e consapevole partecipazione 
 all'Evento che si celebrava.  Una così splendida Liturgia, con i suoi messaggi forti di santità, di fede e di amore, accolti 
 e letti da noi come altrettanti inviti a un  più consapevole e generoso abbraccio di tutto il Progetto del Nostro Dio e Padre, 
 per una vita di santità e di giustizia,  ha donato  molta luce alla verità dell'espressione: "Beati i morti che muoiono nel Signore".  
Al momento opportuno, quando ormai l'Eucaristia stava per concludersi, è intervenuta la Superiora Generale, Madre Giovanna,
 per esprimere la pienezza dei suoi sentimenti nei quali si  rispecchiavano, seppure con intensità diverse, quelli di tutti i presenti.
     Ha parlato anzitutto della presenza sempre viva di Madre Natalina tra le sue Suore e nella Chiesa e ha ricordato con molta forza il motto 
 semplice e prezioso "Fate tutto per il Signore" con il quale la Serva di Dio indicava una via di Santità  feriale, 
 ordinaria, bella per la sua semplicità, e accessibile a tutti. Quindi ha rivolto un grazie grande e commosso a tutti i presenti 
  e a ciascuno in particolare, a partire dal nostro Pastore, Padre Enrico e da tutti coloro che, con funzioni e competenze diverse, 
	hanno collaborato al compimento, preciso e molto bello nel suo genere, di tutte le operazioni richieste per la chiusura della Ricognizione; 
	ha ringraziato i membri della Fraternità di Nazareth,  gli amici, i conoscenti e tutti coloro che hanno condiviso con noi Suore un momento  
	di Chiesa tanto espressivo e coinvolgente. Da ultimo ha invocato da Madre Natalina un particolare aiuto, perché la Congregazione da lei generata 
	nell'Amore di Cristo: possa seguire il modello da lei indicato in Maria di Nazareth: la Serva del Signore, nella totale disponibilità a Lui.
 
 Ha parlato anzitutto della presenza sempre viva di Madre Natalina tra le sue Suore e nella Chiesa e ha ricordato con molta forza il motto 
 semplice e prezioso "Fate tutto per il Signore" con il quale la Serva di Dio indicava una via di Santità  feriale, 
 ordinaria, bella per la sua semplicità, e accessibile a tutti. Quindi ha rivolto un grazie grande e commosso a tutti i presenti 
  e a ciascuno in particolare, a partire dal nostro Pastore, Padre Enrico e da tutti coloro che, con funzioni e competenze diverse, 
	hanno collaborato al compimento, preciso e molto bello nel suo genere, di tutte le operazioni richieste per la chiusura della Ricognizione; 
	ha ringraziato i membri della Fraternità di Nazareth,  gli amici, i conoscenti e tutti coloro che hanno condiviso con noi Suore un momento  
	di Chiesa tanto espressivo e coinvolgente. Da ultimo ha invocato da Madre Natalina un particolare aiuto, perché la Congregazione da lei generata 
	nell'Amore di Cristo: possa seguire il modello da lei indicato in Maria di Nazareth: la Serva del Signore, nella totale disponibilità a Lui.
	 Con la conclusione questo intervento è giunto l'ultimo momento di profonda commozione con i riti finali della Benedizione, dell'Incensazione e 
della chiusura della Bara, sigillata con lo Stemma Vescovile e riposta nel luogo del suo temporaneo riposo.
Così, dopo aver compiuto, con religiosa attenzione e devozione, tutti gli atti richiesti dal Processo per la Ricognizione, 
i resti del corpo mortale della Serva di Dio, Madre Natalina Bonardi, sono tornati nel loro piccolo e oscuro loculo in attesa 
delle "realtà ultime" quando il cielo si chinerà sulla terra e, sparita ogni Bara, scomparso ogni segno di morte, tutto sarà 
Luce, Vita e Risurrezione.
 
Con la conclusione questo intervento è giunto l'ultimo momento di profonda commozione con i riti finali della Benedizione, dell'Incensazione e 
della chiusura della Bara, sigillata con lo Stemma Vescovile e riposta nel luogo del suo temporaneo riposo.
Così, dopo aver compiuto, con religiosa attenzione e devozione, tutti gli atti richiesti dal Processo per la Ricognizione, 
i resti del corpo mortale della Serva di Dio, Madre Natalina Bonardi, sono tornati nel loro piccolo e oscuro loculo in attesa 
delle "realtà ultime" quando il cielo si chinerà sulla terra e, sparita ogni Bara, scomparso ogni segno di morte, tutto sarà 
Luce, Vita e Risurrezione. 
 
Sr. Emerenziana Pelucchi